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Un’estasi di luce: Caravaggio arriva per la prima volta Mumbai

caravaggio

Il Console Generale d’Italia a Mumbai Walter Ferrara ha inaugurato la mostra “L’invenzione della luce — Caravaggio, Maddalena in estasi” presso il prestigioso Museo Dr. Bhau Daji Lad. Si è trattato di un momento storico, la prima volta che un’opera di Caravaggio è stata esposta a Mumbai.

L’inaugurazione ha visto la presenza di illustri ospiti, fra cui il Ministro della Cultura Ashish Shelar, il Ministro del Marketing e del Protocollo Jaykumar Rawal e il Commissario Municipale di Mumbai Bhushan Gagrani.

La mostra, organizzata dal Consolato Generale d’Italia a Mumbai e dall’Istituto di Cultura di Mumbai, in collaborazione con l’Associazione Culturale MetaMorfosi, è stata curata da Andrea Anastasio, Direttore dell’Istituto Culturale di Nuova Delhi e Tasneem Zakaria Mehta, Amministratrice fiduciaria e Direttrice del Museo.

Dal 16 ottobre al 2 novembre, il pubblico indiano ha potuto ammirare il capolavoro di Caravaggio. In queste settimane, The Indian Express, Hindustan Times e The Times of India, tra gli altri importanti quotidiani, hanno dato ampio spazio all’iniziativa e anche l’accoglienza del pubblico è stata entusiastica. Migliaia di persone sono venute a vedere la Maddalena e, grazie alle visite guidate e ai laboratori organizzati dal museo, i visitatori hanno avuto l’opportunità di scoprire quest’opera.

Riscoperta nel 2014 in una collezione privata, “La Maddalena in estasi” è stata esposta in Mongolia e Cina, fino ad arrivare in India. Il lungo viaggio dell’opera all’estero è stato attivamente promosso dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, in un’importante operazione di diplomazia culturale.

Tema centrale della mostra è la luce, simbolo del genio dirompente del Caravaggio ma anche elemento di spiritualità che accomuna Italia e India. “È una luce che non illumina, ma rivela: l’estasi divina e l’umana fragilità” ha detto il Console Generale Ferrara. Riflettendo sul significato della mostra per Mumbai, ha aggiunto: “Portare questo straordinario evento a Mumbai significa riconoscere la metropoli indiana non solo come un vivace centro economico, ma anche come un faro culturale in grado di abbracciare e amplificare il dramma umano immortalato da quel chiaroscuro “.